Famiglia

L’Italia fa marcia indietro sui tagli alle Nazioni Unite

Da Gradisca a Bari sfilano in centinaia per protestare contro l’apertura dei nuovi Centri di permanenza temporanea in cui finiscono ogni anno anche centinaia di minori.

di Paolo Manzo

Al grido di «No ai lager nelle nostre terre»… … da Gradisca a Bari sfilano in centinaia per protestare contro l?apertura dei nuovi Centri di permanenza temporanea in cui, secondo un rapporto di Amnesty International, finiscono ogni anno anche centinaia di minori. Contemporaneamente la Farnesina organizza un convegno su Migrazioni e dignità. L?incontro, voluto dal ministero degli Affari esteri e dall?Organizzazione internazionale delle migrazioni, si svolge a Pozzallo dal 13 al 14 marzo e negli auspici dovrebbe servire a «sottolineare l?esigenza di una gestione non soltanto nazionale dei fenomeni migratori, stimolando la ricerca di strategie regionali, fondate su politiche di accoglienza dei paesi di destinazione e di sviluppo nei paesi di transito o di provenienza». Per questo nobile scopo sono state invitate delegazioni provenienti da Algeria, Ghana, Egitto, Marocco, Mauritania, Niger, Nigeria, Senegal, Tunisia e… Libia. Proprio mentre il ministro degli Esteri, Gianfranco Fini definisce «arringa comiziale ai fedelissimi» le ultime richieste economiche del colonnello Gheddafi. Politica dei due binari? L?Italia fa dietrofront sui tagli all?Onu ? ? che avevamo annunciato su Vita due settimane fa. Le nostre fonti ben informate riferiscono di un Fini perplesso dopo aver letto sui giornali la delibera del 16 febbraio del Comitato direzionale che aveva azzerato i ?contributi volontari? a Unicef, Oms, Unhcr e Undp (et alias). Un taglio che aveva scatenato le reazioni dei nostri diplomatici al punto che persino l?ambasciata italiana alle Nazioni Unite aveva scritto al premier Silvio Berlusconi per sottolineare l?errore commesso. Il blocco dei tagli è cosa certa ma, adesso, a chi andranno i 52 milioni di euro congelati dal dietrofront e, soprattutto, quando? Il candidato dell?Italia per il dopo Annan è? ? il ministro degli Esteri della Corea del Sud, il sessantaduenne Ban Ki-Moon. A sostenerlo, oltre al Velino, anche la Realpolitik nostrana: la Corea del Sud, infatti, è uno dei più attivi membri di Uniting for Consensus, il movimento promosso dall?Italia al Palazzo di Vetro per evitare l?allargamento del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ai nuovi membri permanenti. Tra cui il Giappone che, naturalmente, osteggia con tenacia la nomina di Mr. Ban. Chi vincerà all?Onu, Roma o Tokio?


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